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Appunti di lettura | 17.

In Ponti di vista on agosto 30, 2016 at 6:28 am


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Città e spazi urbani

Luca Tricarico | Sviluppo urbano e pluralismo | CheFare
Il futuro delle città passa per la capacità di buttarsi a capofitto dentro le contraddizioni emergenti, capendo come coinvolgere le comunità, nelle loro molteplici diversità. “Occorre quindi allargare gli orizzonti con cui si guarda la realtà e l’interpretazione dello sviluppo urbano: sfuggire alle posizioni conservatrici che generalizzano su fenomeni come la gentrification, proponendo uno sguardo libero, aperto e plurale sulle città globali.”

Fabio Viola | Playable city | CheFare
Giochiamo a come rendere la città migliore? Processi inclusivi bottomup. “Personalmente intravedo un rischio nel percorso verso questa idea di città del futuro. La tecnologia ed in generale un approccio tecno-centrico, rischia di aggiungere complessità, freddezza e asocialità se non accompagnata da partecipazione attiva della cittadinanza. Nessun software o hardware apporta miglioramenti senza un adeguato tessuto umano in grado di gestire, pianificare ed utilizzare i nuovi strumenti.”

Diletta ParlangeliAirbnb lancia Samara, un progetto per riqualficare le zone rurali | Wired
La risposta allo spaesamento dei piccoli centri rurali e montani la offre (o almeno prova a farlo)…AirBnB. Dai “signori” della sharing economy nel campo del turismo arriva l’ennesimo segnale di disponibilità dei marchi globali a inseguire impatti (anche e soprattutto dove sono anche economicamente vantaggiosi) non solo nei grandi centri urbani, ma anche e soprattutto lì dove il margine sembra tutt’altro che interessante da un punto di vista del business. O forse no?

Montagna e dintorni

Filippo Tantillo | L’Europa per una rigenerazione demografica | CheFare
Da un appassionato osservato e attivatore delle aree interne italiane uno stimolo a ragionare – fuori dall’ideologia – sulle questioni legate ai nuovi processi demografici mondiali e locali. “La lotta per le risorse si fa durissima nelle aree ad alta densità abitativa, dove aumentano le diseguaglianze, mentre si allarga la fetta di torta per chi rimane sui territori bassamente popolati, nei quali però le difficoltà ad accedere all’economia della conoscenza ipoteca le opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita, e spinge i cittadini all’abbandono.”

#MontagnaFelix. La montagna al centro in un numero interessantissimo di vita.it.
Cercatelo, intanto io qui inserisco tre link ad altrettanti articoli che fanno guardare al “margine verticale” con altro sguardo. Meno sfiga e abbandono, più opportunità e ritorno. Un paradigma ottimista che verrà messo alla prova anche dal recentissimo terremoto dell’Appennino. Che ne faremo dei piccoli paesi distrutti dal sisma? Sapremo ridare vita a quei contesti devastati attraverso percorsi virtuosi di progettazione architettonica, sociale ed economica?

Rapporto “Terre alte”
Annibale Salsa | Ai contadini della Alpi venne dato il privilegio della libertà
Marco Dotti | Baldi: “Montagna, un paradigma per il futuro del paese”

Pensieri

Ugo Morelli | Conformismo | DoppioZero
Tentare di sfuggire al conformismo è sfida titanica. Si denuncia spesso il conformismo altrui, giudicando irrilevante il proprio o peggio ancora descrivendolo come l’unica alternativa. “La rassicurazione conformista attacca proprio quella capacità specie specifica e tende a ridurci a massa. Se c’è sempre un oltre possibile nel consueto scorrere degli eventi e se l’appartenenza al tepore della massa ci rassicura, il nostro senso del possibile dipenderà da come sapremo elaborare questa ambiguità e questo conflitto.”  

Ugo Morelli | Conflitto | DoppioZero
Dal nostro rapporto con le differenze deriverà la forma (e prima l’esistenza) di un possibile futuro desiderabile. “Quello che ci risulta in ogni caso difficile fare è dare cittadinanza al conflitto, inteso come incontro e dialogo tra differenze. Sia nel nostro mondo interno che nelle relazioni con gli altri tendiamo a polarizzare le nostre posizioni e i nostri atteggiamenti e comportamenti: o scegliamo il quieto vivere e l’indifferenza, o scadiamo nell’antagonismo, nel litigio e nella guerra. Eppure oggi vi sono molte buone ragioni per cercare di riconoscere il valore del conflitto inteso come dialogo e incontro tra differenze.”

Francesco PaolellaI would prefer not to | tysm
Una brillante recensione all’altrettanto brillante volume di Enrico Donaggio “Direi di no” (Feltrinelli, 2016) “Questo non è tempo per “gesti critici”, per aprire nuove strade, utopiche o riformiste. Si accetta che la vita vada come va; si riconosce la vittoria di uno stile di vita e di un pensiero (unico) allo stesso tempo assolutamente flessibili e assolutamente performanti.”

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