Fine anno. Tempo di bilanci e buoni propositi per l’anno a venire. Suggestioni per il cambiamento, laddove il conto alla rovescia che ci avvicina al confine tra il vecchio e il nuovo vorrebbe – nelle intenzioni – coincidere con il necessario passaggio tra il non più e non ancora. Un passaggio descritto in maniera tanto netta e repentina da poterlo accostare al rito propiziatorio di buttare dal balcone un vecchio oggetto allo scoccare della mezzanotte. Via il 2015 quindi, dentro il 2016. Punto e a capo.
Sarebbe tutto più semplice se tra il passato e il futuro la cesura fosse così netta, come per il tasto on-off di un interruttore. E invece è tutto dannatamente più complesso. Questa mia riflessione prende le mosse da un articolo – pubblicato a fine dicembre da Gli Stati Generali a firma di Roberto Bonzi – che si interroga sulla capacità di penetrazione e di resistenza dei paradigmi culturali, fenomeno alla base della sbornia (letale) seguita all’uscita del nuovo capitolo della saga di Star Wars. Ubriachi non si sono ritrovati solo gli appassionati storici (ormai cinquantenni…) ma anche i loro figli e nipoti, in un corto circuito generazional-culturale che ha trasformato una serie rivoluzionaria in un circo commerciale e un po’ retrò (parola di George Lucas, prima della richiesta smentita…), certamente non capace di generare un immaginario che si spinga oltre il potente battage pubblicitario che ha accompagnato il film. * [Se vuoi rileggi l’articolo con l’aggiunta che trovi a fondo pagina, parte che nell’ultima rilettura non trovavo del tutto connessa con il resto del ragionamento. Una riflessione sulla satira, sulla comicità e sulla cultura meriterebbe una riflessione ulteriore.]
I paradigmi – è bene ricordarlo – altro non sono che modelli di riferimento, che hanno nel riconoscimento da parte delle persone (delle masse) la loro garanzia di durata e successo. La conquista e il mantenimento di un consenso diffuso li fanno sedimentare, sebbene il consenso da solo non ne certifichi la bontà e la sostenibilità.
Del testo di Roberto Bonzi condivido soprattutto un passaggio. “I paradigmi sono fatti per essere abbattuti”. Leggi il seguito di questo post »