La mia riflessione sul voto di domenica – dall’Europa fino al Trentino – parte da Andrea Zanzotto:
“in questo progresso scorsoio
non so se vengo ingoiato
o se ingoio”
Aforisma perfetto per descrivere il vicolo cieco nel quale si è infilato l’intero Occidente, e in particolare l’Europa. L’interpretazione di un poeta capace di riconoscere ciò che tra le righe della realtà si sedimenta e non solamente ciò che agli occhi appare più evidente.
In quest’opera di verità ci aiutano anche Gianmaria Testa:
Povero tempo nostro
E poveri questi giorni
Di magra umanità
Che passa i giorni e li sfinisce […],
e Vinicio Capossela:
Il povero Cristo
è sceso dalla croce
e Cristo come era
ha incontrato l’uomo
aveva un paio di baffi
e un coltello da affilare
lo sguardo torvo non
smetteva di sfidare
e gli ha detto: “Cristo, spostati e lasciami passare
non voglio sentir prediche, ho già molto da fare”
Questa premessa potrebbe apparire velleitaria, naïf. Eppure sono proprio i poeti, i loro sguardi non omologati. che aiutano a sfuggire alle spire di un gorgo che sembra stringersi sempre più intorno a noi. Il poeta veneto segnalava in anticipo la crisi – di sistema, non temporanea – nel pieno di quel Novecento che, dopo aver promesso troppo, chiede ora conto di quelle esagerate aspettative. Leggi il seguito di questo post »