[Una mia breve introduzione ai materiali degli atti convegno Commonfare svoltosi il 23 aprile 2017 a Impact Hub Trentino]
“Crisi è quel momento in cui il vecchio muore ed il nuovo stenta a nascere.”Così Antonio Gramsci si esprimeva, descrivendo il senso di incertezza tra il non più che ci si lascia (volenti o nolenti) alle spalle e il non ancora che prende forma a fatica di fronte a noi. Condizione in divenire non sufficientemente a fuoco per permetterci di definirne in maniera precisa i contorni di un futuro che tende – almeno per il momento – a spaventarci più che ad attrarci. Consapevole della pericolosità di stare per troppo tempo nella terra di mezzo, Antonio Gramsci descriveva il rischio del montare delle tenebre dell’indeterminatezza sui contorni del domani.
Ecco motivo fondamentale, molto concreto – che si fa molla per ragionare, per approfondire, per mettere in moto un pensiero collettivo – per essere certi che la riflessione attorno al progetto Commonfare sia necessaria anche in Trentino. Edgar Morin – da sempre attento osservatore dei processi sociali e politici – così esprime la sua preoccupazione nei confronti del mondo che viene e sollecita interpretazioni migliori delle dinamiche emergenti:
“Comprendere il nostro tempo significa comprendere la mondializzazione che trascina l’avventura umana, divenuta planetariamente interdipendente, fatta di azioni e reazioni, in particolare politiche, economiche, demografiche, mitologiche, religiose; significa cercare di interrogare il divenire dell’umanità, che dai motori congiunti scienza/tecnica/economia è spinto verso un “uomo aumentato” ma per nulla migliorato, e verso una società governata da algoritmi, tendente a farsi guidare dall’intelligenza artificiale, e nello stesso tempo, a fare di noi delle macchine banali” Leggi il seguito di questo post »