
[articolo pubblicato sul Corriere del Trentino domenica 17 luglio 2022, firmato insieme a Nicola Serra]
L’istituzione di un presidio permanente di polizia al parco della Predara, dopo quello attivo da qualche tempo alla Portela, ci interroga in profondità. Crediamo che l’azione deterrente della presenza della forza pubblica per mettere sotto controllo o spostare altrove i segni del malessere e dell’incertezza delle nostre società (in nome della spesso strumentalizzata richiesta di “decoro urbano”) non debba in nessun modo far perdere di vista il quadro generale e gli obiettivi – la coesione, l’inclusione sociale e la convivenza – che una comunità che si prende cura di tutte e tutti deve perseguire con impegno quotidiano.
I fenomeni di microcriminalità vanno certamente affrontati e non dovrebbe essere necessario rendere esplicito ciò che è ovvio. Per farlo, come ha giustamente sottolineato il Sindaco Franco Ianeselli nell’annunciare questa nuova misura sul territorio comunale, serve mettere in campo strategie di ampio respiro, che diano risposta al bisogno di presidi sociali, servizi di welfare territoriali che superano i confini degli uffici per entrare in contatto con le fragilità che una società come la nostra – individualista e frammentata – esaspera e rende più acute.
Una strategia che necessita di risorse – economiche, professionali, umane – che insieme, ognuna per la propria parte e in rete, agiscono per rispondere a un catalogo diversificato di esigenze. Si tratta, a guardar bene, di tutti quegli investimenti che la Giunta provinciale leghista che governa in Trentino dal 2018 ha sistematicamente ridotto e che oggi costringono le Amministrazioni locali a reagire alle sollecitazioni con taglio emergenziale più che confrontandosi con la programmazione dell’intervento sociale e la pianificazione dei servizi a esso dedicati.